Ritorno al passato
- alessandrovalli
- 7 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di "ritorno all'old school" (OSR, Old School Renaissance) nei giochi di ruolo. Ma che cos'è? Perché?
Non è solo nostalgia per le prime edizioni di D&D: è un modo diverso di intendere il gioco, che in molti casi si ritrova impastoiato in regolamenti sempre più contorti e complessi e che, alla fine, privilegiano pesantemente i personaggi e la loro sopravvivenza. C'è voglia di sfida, di sfida vera, quella a cui ci eravamo abituati con le prime edizioni di D&D. Un passo in fallo e via, la scheda del personaggio è buona per accendere il camino. Oggi si fa fatica addirittura solo a pensare a un TPK.
L'esempio più chiaro di questa rinascita è Basic Fantasy Role-Playing Game, un progetto open source che incarna alla perfezione lo spirito dell'OSR. Pubblicato per la prima volta nel 2006 da Chris Gonnerman, Basic Fantasy RPG nasce come omaggio a D&D delle origini, ma con regole riviste e semplificate. Una su tutte, la THAC0 ha una progressione positiva anziché negativa (più è alta, più è facile colpire una determinata Classe Armatura). Per il resto, la filosofia è decisamente OSR: regole rigide, ma massima libertà di interpretazione e sempre, sempre quel "friccico" della paura di veder morire il personaggio.

L'OSR è una sorta di contraddizione in termini: si torna a un regolamento rigido e questo regolamento, per assurdo, regala più libertà di gioco. Dietro il fascino retro dell’OSR c’è una scelta etica e culturale: l'idea che il gioco di ruolo non appartenga a un editore, ma ai giocatori stessi, che la creatività non debba passare da una licenza, ma da un tavolo, una matita e un dado. BFRGP dimostra che si può costruire un mondo intero con poche regole e molta immaginazione.
In un panorama sempre più frammentato fra edizioni, abbonamenti e piattaforme, l'OSR ricorda una verità semplice: non servono miniature né app per vivere un’avventura memorabile. Basta un gruppo di amici, una storia da scoprire e la voglia di mettersi in gioco. E forse proprio per questo, il vecchio spirito dei dungeon polverosi oggi appare più vivo che mai.




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