Giòi per scèi
- alessandrovalli
- 5 nov
- Tempo di lettura: 2 min
con la partecipazione straordinaria di Wendy
Inizia sempre così:
"Il mio amico Marco è stato operato agli occhi a marzo; purtroppo, l'operazione è andata male e Marco ha perso la vista. Avete giochi che possano andare bene per i non vedenti?"
Ed è dura, molto dura trovarne. Anche una rapida ricerca online mostra sostanzialmente adattamenti di giochi: dadi braille (ma Marco non ha ancora imparato a leggere il braille), carte braille, scacchi braille... a quanto pare la fantasia dei progettisti si ferma a questo e i non vedenti (i "scèi", come dice Marco con il suo buffo accento pisano) non sono proprio considerati quando si progetta un nuovo gioco (o "giòo", sempre secondo lui).
E così, ogni volta che vado a una fiera, il buon Marco si raccomanda: "Oh Ale, oh, Susanna – e canticchia, il maledetto – trovatemi dei bei giòi per scèi!".
Quest'anno ne ho trovati diversi. Di uno mi sono fatto pure firmare la copertina dall'autrice (grazie ❤️); altri sono GDR (bellissimi!) su un singolo schermo del master.

Sono tutti narrativi, probabilmente il format migliore per giocare con un scèo. Così come molti giochi di ruolo possono essere adatti – penso per esempio al World of Darkness, dove conta molto più la narrazione delle meccaniche.

Eppure ci sono esempi di giochi progettati appositamente per giocare, diciamo così, al buio, cosa per cui un non vedente è avvantaggiato; sto pensando, per esempio, a Nyctophobia, gioco da tavolo di qualche anno fa, autodefinitosi "sperimentale" (e con qualche ragione) e oggi introvabile in quanto uscito dal commercio (se ne reperisce ancora qualche copia usata).

In un periodo in cui si parla tanto di DEI, non sarebbe male che ci si industriasse per fare qualcosa di più.




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